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La scienza protagonista: dalla pandemia nel 2020 alle sfide della medicina nel 2021

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I primi giorni dell’anno solitamente sono quelli in cui si fanno bilanci e propositi. Iniziamo dai bilanci.
Fare un bilancio del 2020 è quasi impossibile, per la scienza è stato un anno difficile, lunghi mesi in cui ricercatori, medici, infermieri hanno affrontato a mani nude un nemico nuovo che portava dolore, sofferenza, e ad oggi oltre 73 mila decessi.
Tutti noi ci siamo scoperti più fragili, sono aumentati i disturbi d’ansia, la depressione, lo stress.
I più piccoli hanno visto rivoluzionato il loro mondo. Il mondo digitale ha preso il sopravvento, i nostri orizzonti visivi si sono ristretti e lo schermo di un computer o di una televisione sono diventati la nostra finestra sul mondo.
Ci siamo aggrappati alle notizie, ai numeri, alle parole.
Nei primi mesi della pandemia si è verificato quello che gli psichiatri chiamano allineamento emotivo, emozioni comuni che aiutano a combattere la solitudine e la paura. Almeno per un po’.
Ci sono stati ritardi diagnostici, in oncologia come in cardiologia.
Nei mesi del lockdown c’è stata una forte riduzione di accessi al Pronto Soccorso in caso di infarto, con aumento della mortalità stimata per il 2020 di circa 20.000 casi-
In oncologia sono stati gli screening a risentire maggiormente della pandemia, e da recenti stime sono oltre 1 milione gli esami in meno effettuati fra gennaio e maggio.
Le malattie croniche hanno visto complicarsi il percorso diagnostico terapeutico e la continuità assistenziale non sempre è stata garantita.
La tecnologia ha avuto un ruolo di primo piano, telemedicina e tecno assistenza sono state un canale di comunicazione importante fra medico e paziente.
Le associazioni pazienti hanno svolto un ruolo prezioso di collegamento, di informazione, di supporto per i pazienti e i loro familiari.
Il volontariato ha creato una rete di assistenza e di aiuto sul territorio che in silenzio ogni giorno, ha affiancato i sanitari nel non far sentire soli i malati di COVID e non solo.
Negli ospedali, nei laboratori, nei centri di ricerca pubblici e privati non ci si è fermati mai. Prima per studiare il nuovo virus, per comprendere i danni che faceva all’organismo, per imparare a gestire le forme più gravi, la polmonite interstiziale, la tempesta citochinica, i danni a livello vascolare.
Sono partiti numerosi trial per valutare l’efficacia di alcuni farmaci già utilizzati in altre patologie.
Sono allo studio farmaci mirati, in particolari anticorpi monoclonali, specifici contro il Covid.
Sono state avviate le sperimentazioni per un vaccino contro il Sars COV-2, alcuni tradizionali, alcuni con tecnologia innovativa, la cosiddetta tecnica a mRNA.
E arriviamo così ai propositi per il 2021.
Le sfide sono ancora molte. Contro il COVID e non solo.
C’è da far scendere ancora e ancora la curva dei contagi, e i nostri comportamenti in questo possono far molto, continuare a rispettare le misure di precauzione è un gesto d’amore verso noi stessi e i nostri cari.
C’è da avviare una campagna vaccinale di portata mondiale, per proteggere più persone possibile, a cominciare dai più esposti e dai più fragili. E’ importante che ci sia un dialogo forte e stretto fra clinici e chi vorrà maggiori informazioni sui vaccini, su chi ha incertezze o preoccupazioni, perché la scienza deve essere anche comunicazione e ascolto.
C’è da essere attenti ai nuovi bisogni che sono emersi con la pandemia, bisogni sociali, emotivi, fisici e psicologici.
C’è da accompagnare fuori dal tunnel le persone che hanno guardato negli occhi il COVID e lo hanno combattuto, pazienti, familiari ma anche medici e infermieri che sono stati eroi dello story telling digitale per pochi mesi, ma che sono ogni giorno in prima linea per curare e prendersi cura.
C’è da ridefinire cura e assistenza in ogni passaggio, dall’ospedale al territorio, con percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati, con centri di riferimento cui rivolgersi, con equipe multidisciplinari che possano accogliere tutti i bisogni, fisici e psicologici, di chi si ammala.
C’è da sostenere la ricerca scientifica, in Italia soprattutto, perché i giovani ricercatori non debbano andare all’estero, perché la ricerca è un investimento sul futuro di tutti noi, ed è importante che lo sforzo collettivo fatto per sconfiggere il COVID diventi modello, diventi sistema, diventi capacità di sconfiggere sempre più malattie.
Noi da parte nostra faremo come sempre il possibile per essere un ponte fra la scienza e tutti voi che ci seguite, per darvi le informazioni più aggiornate e affidabili, con la speranza che i nostri servizi possano amplificare le conquiste della medicina e con l’obiettivo di essere utili a chi ci ascolta.
Buon Anno a tutti voi e arrivederci a presto.
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Education Opportunities
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